lunedì 18 settembre 2017

Viaggio in Etiopia - foto 10 (gli Hamer, il mercato di Dimeka)

Al ritorno dal Mago Park abbiamo incontrato dei babbuini, detti Anubis, e anche delle scimmie Columbus (ovvero Combus). Ma sono timorose.



Sul bordo della strada ci sono sempre dei cartelli in corrispondenza con l'insediamento di un ente per lo sviluppo e la cooperazione internazionale, da cui si deduce che sono veramente moltissimi i progetti di aiuto messi in piedi in Etiopia da società estere non-profit.

Ma purtroppo già si dice che "l'Africa è un gran cimitero di buoni progetti", tanti ne sono stati tentati e tanti sono falliti (ma molti invece sono state esperienze straordinarie). C'è molto da lavorare in quel senso, il che significa combattere contro chi invece rappresenta grandi interessi globali che stanno accaparrandosi tutto il continente nero.

Partiamo verso sud,  da Jinka verso Dimeka, e con obiettivo finale Turmi. Lungo la strada di nuovo incontriamo gente che cammina per andare forse al mercato di Junka, sono dei Surma.




Eccoci al mercato di DIMEKA.

Ci sono sia Banna (o Benna) che Hamer (o Hamar), che Karo (o Kara). Siamo un po' sul "confine" tra i territori dei tre popoli. Ma c'è anche gente di tutte le provenienze e con i loro più diversi abbigliamenti (anche Galeb -o Dassenech- e Nyangatom -o Bume-, e Moguji e Bashada, e Dime, e Maale)). Almeno così ci dice la guida.

mappa dei popoli tra i fiumi Omo e Woito

 E' fitto di gente e c'è un sole spaccapietre (tranne qualche nuvolone nero che corre).


all'arrivo
donne con la gonna di pelle


 dagli abiti si vede che convergono al mercato dalle più diverse provenienze, sia da villaggi che dalla cittadina vicina


ci sono pure delle signore di città




carriola

 riunione o preghiera all'ombra di un sicomoro

giù verso il fiume


All'area sul letto quasi asciutto del fiume si lavano nelle scarse pozzanghere, dopo aver fatto il lungo viaggio a piedi e con questo caldo, per cui sono sudati/e e impolverati/e. 









rivestirsi:


Regaliamo delle saponette che vengono molto apprezzate. Poi a un'altra giovane diamo un piccolo saponino di quelli degli alberghi.



E poi a un gruppetto di donne dò delle mie pasticche di liquirizia, dicendo loro che sono energizzanti, fortificanti. Certe studiano con attenzione, una è molto diffidente, ma poi un'altra sembra apprezzare il gesto e ringrazia.


egualmente anche con queste ragazze non interessate

e con quest'altra, più curiosa

Infine torniamo al punto di incontro sullo stradone al "Tourist Restaurant and Bar", cioè un luogo sotto una tettoia di lamiera dove ci si può rilassare all'ombra.
l'ingresso dalla parte del mercato
dalla parte della strada principale
anche qui non può mancare l'angolino per la cerimonia del caffè

E' stata una visita molto bella. Il mercato era veramente colorato e ricco di una varietà sia di merci che di etnie. Interessante, vivace ma non chiassoso.

Incrociamo lungo la strada sterrata delle donne Hamer che stanno andando, o certe invece ritornando, dal grande mercato con le loro mercanzie (sempre grossi pesi). Sono amichevoli e qualcuna ci saluta.




(continua)

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