venerdì 8 settembre 2017

viaggio in Etiopia - foto 2 ( il Parco naturale e verso Langano, 230 km)

si parte !
lunedì 21 agosto

Arriva Izack (che è più giovane di Messay, e ha una bimba di 2 anni) con una 4x4: la GXR Land Cruiser V8 della Toyota, versione 2016, nuova. Ottima, di cui giustamente va orgoglioso Belayneh Kassie (vedi  ethiomartours.com). 
Iniziamo subito ponendo un problema: il nostro cellulare a quanto pare non è del tutto compatibile (?!) con il sistema operativo delle comunicazioni in vigore qui in Etiopia (installato dai cinesi), quindi la phone card non funziona tanto bene, e dopo aver semplicemente provato ad andare in un negozietto per la ricarica, lui ci consiglia di comprare un cellulare etiope. Andiamo al periferico quartiere Saris, tutto scassato e trafficato, dove lui gentilmente va in un bugigattolo di lamiere, e prende un cell.-base nuovo, facendo finta che lo compera per sé, e che gli vendono al prezzo di 330 birr= 12€  (!). Certo che valeva la pena! Non abbiamo poi avuto nessun problema. Ameseganalu =grazie a te, in amharico.
Intanto che aspettiamo nell'auto parcheggiata un po' più in là, osservo una giovane mammina col suo bimbotto sulla schiena, e due pesanti sacconi uno in una mano e uno nell'altra, che insegue a piccoli passettini veloci il marito che va da un negozio all'altro. 
L'estrema periferia è commista con la campagna, e i pastori sono nei campi contigui, per cui ci sono dei mercati di pecore in mezzo ai cantieri degli edifici in costruzione. Numerosi carretti trainati da cavalli o da asini fanno parte dei veicoli che compongono il traffico stradale... non mancano dei "bambini e ragazzini di strada", street boys.






Guardando i tanti trucks sulla strada (è la via di comunicazione che va fino a Moyale al confine col Kenya e che dunque collega i due Paesi) Izack ci fa notare quanti si sono ribaltati o hanno avuto incidenti e poi sono rimasti abbandonati giù di strada. Ci dice che sono camion "Isuzu" che hanno frequenti guasti, per cui vengono popolarmente chiamati "Al-Qaeda". Come anche i camion cinesi "Sinotruck", che vengono chiamati "Red terrorists" !





venditrici
 




le regioni autonome federate

Izack ci racconta che lui è nato da madre amhara, e da un padre originario della regione del Tigray,  o Tigré, quindi lui parla anche il tigrino, o tigrigñya, poi sa diverse parole in lingua oromiñya perché è da anni che fa per lavoro dei tours da queste parti. In effetti qui siamo già nel territorio della Regione autonoma chiamata Oròmiya, in cui l' 85% della popolazione sono Oromo (quelli che un tempo venivano chiamati Galla, denominazione oggi evitata poiché era un termine dispregiativo con cui altri popoli li chiamavano), mentre gli Amhara sono solo il 10%. Gli Oromo costituiscono quasi un terzo dell'intera popolazione dell' Etiopia, la lingua, o le lingue di famiglia oromonica, sono parlate da circa 24 milioni di persone in varie regioni. Sinchè durò la monarchia amhara-tigrina, quindi fino al 1974, era vietato pubblicare testi in orominya.

 La sua bandiera è tricolore, dato che la spiritualità tradizionale oromo mira all'equilibrio tra tre componenti, e ha in mezzo un albero, un sicomoro, sotto cui tradizionalmente ci si riuniva per prendere decisioni collettive.

Sono molto fieri di aver conquistato l'autonomia (tramite la guerriglia dell' Oromo Liberation Front, cfr. di Asafa Jalata, Oromo Nationalism, 1998) e il riconoscimento di essere tra i più importanti popoli della composizione etnica dell'Etiopia (tramite il partito Oromo People's Democratic Organization, a cui appartiene Mulatu Teshome Wirtu, attuale Presidente della Repubblica federale etiopica). Una parte di questa nazionalità vive anche nel nord del Kenya


immagine emblematica del nuovo giovane Stato regionale autonomo di Oromia 

due ragazze vestite moderne



la strada sterrata per andare al lago




 ibis



marabù

Alla fine degli anni 1920/inizio aa.Trenta era attraversato da piroghe di pescatori, simili a quelle egizie antiche:
foto dall'Enciclopedia. Treccani, vol.XIV, 1932, voce "Etiopia"

Torniamo al resort, anche qui a lato del ristorante c'è il solito angolo per la cerimonia del caffè.


ritratto di una giovane oromo in abito e acconciatura tradizionale

Io per andar sul liscio, prendo una pizza con verdure, buona. Prezzi molto più economici che a Addis. Ripartiamo.

Poco dopo Bulbula giriamo per raggiungere con una sterrata il grande parco naturale Abiyata-Shala National Park.


la pista per raggiungere il Parco

panorama sul lago Shala






lo studio di Lambert Bartels, 1983

Ma si veda anche di Asafa Jalata, Oromo Nationalism, 1998, e di
George Cotter, Proverbs and Sayings of the Oromo Peoples of Ethiopia and Kenya, 1992, e anche dello stesso Autore, Ethiopian Wisdom: proverbs and sayings of Oromo People, 1997.



ritorniamo


villaggio di allevatori di bestiame

 infine raggiungiamo il "Sabana Beach Resort", con varie casette separate, che hanno un terrazzo esterno con la vista sul lago


Noi ci eravamo messi il costume ma restiamo a guardare Izack che fa il bagno, senza entrare.

la sala da pranzo

il lago dal nostro bungalow

uccellino che si lascia avvicinare

Infine andiamo a cena nella grande capanna di stile tradizionale in legno e stuoie di paglia. Il complesso pare che sia di un proprietario italiano. Ad un certo momento è saltato il generatore ed è andata via l'elettricità.

a cena

Di notte abbiamo dormito sotto la zanzariera, e si sentivano venire dall'esterno le voci di vari animali.

(continua)

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