mercoledì 17 gennaio 2018

Viaggio in Georgia 4 (a Uplistsikhe e a Gori)

prosegue: mercoledì 6

Eccoci in viaggio. Macchinaccia scassatona, un po' sporca, con (anche lui) il vetro davanti scheggiato e un po' rotto, corre in autostrada (gratuita). Guidano in un modo un po' assurdo, molte auto sono dei vecchi ruderi. Anche se è evidente che il parco auto totale è ora in grandissima parte molto recente.
Entriamo nella regione di Shida Kartli, cioè dell' interno georgiano. La metà della regione è sotto occupazione militare russa, e l'esercito russo arriva fin sul bordo dell'autostrada Tbilisi-Gori, ed è vicinissimo a importanti città georgiane come Gori o Khashuri. Si tratta dell'area montagnosa della regione autonoma dell'Ossetia del sud, che con l'ultima guerra del 2008 la Georgia ha perduto.

Ci rendiamo conto che Uplistsikhe in effetti non è sul percorso, ma si deve per forza entrare in Gori e poi solo da lì con una stradina di 7 km si arriva alla zona archeologica. Ci sarebbe stato anche il treno, ma poi dalla stazione bisognava prendere un taxi, oppure c'è un bus da Tbilisi-Didube.
Si entra nell'area del Historical & Architectural Museum-Reserve, e si paga un biglietto d'ingresso di 3 Lari cioè un €uro e 23 cents (scrivono sempre la sigla GEL che sta per georgian lari).


Uplistsikhe è una enorme sporgenza rocciosa tutta traforata, con anche un portale ad angolo, troneggiante sull'ingresso principale. Da lì si vede anche un bel panorama. Solo che fa proprio caldo, e il sole di quasi mezzodì è fortissimo su quelle rocce esposte e senza alberi o ombra.
Ci si deve arrangiare a camminare in qualche modo sulle pietre lisce e con una spolverata di sabbiolina fine sopra... Ma è un luogo magico. Una antica sede cavernicola  d'un paio di millenni a.C.



il cui nome significa "fortezza del signore". Ma la fortezza è del IV/III secolo a.C. quando la cittadina divenne un importante centro strategico delle antiche popolazioni locali. E' uno dei più antichi insediamenti della Georgia risalenti all'età del bronzo, e appartenenti alla cultura Kura-Araxes, le prime costruzioni monumentali sono del VII sec. a.C. Le caverne scavate nella pietra erano usate come rifugi durante assedi o invasioni, mentre le abitazioni quotidiane erano tutt'intorno alla rocca. Ci sono sentieri incavati nelle rocce, e tunnel segreti. In cima poi fu costruita nel primo medioevo una basilica cristiana.

la fortezza nel Cinquecento
Attraversiamo la campagna nella periferia della città e passiamo dove giunse Pompeo con le sue truppe romane nel 66 av.C. il quale conquistò il Paese e lo rese vassallo dell'impero romano.

Mangiamo delle cosine che avevamo comprato in un negozietto prima di partire, cioè dei biscotti, dei taralli dolci, dei simil-wafer, e bottigliette d'acqua....ed eccoci arrivati a Gori.


Poi andiamo alla ricerca della "guest house Flora". L'autista chiede info ai passanti per ben tre volte.
Si entra imprevedibilmente passando da un cortile su cui da la cucina. Dunque entriamo in cucina e c'è una signora che sta stirando delle lenzuola. E' madame Layla che lavora qui e che sa bene il francese. Ci accompagna in una camera a tre letti con bagno e ci dice che comprese nei 28 €uro ci sono anche le prime colazioni. Chiacchieriamo un po', poi andiamo a riposarci per la calda giornata. Telefono al Tamarindi di Mtskheta per chiedere se riescono a recuperare i libri che avevo dimenticato sull'auto che non abbiamo preso, per poi passare a ritirarli al ritorno.
E' gradevole scambiare due parole con questa signora, che era stata insegnante di francese nelle scuole e ora è in pensione ed arrotonda con alcuni servizi qui nella guest house.
Usciamo e scopriamo che stiamo in pieno centro storico, siamo proprio sul retro del museo della II guerra mondiale, dietro a un bassorilievo sul tema della pace.

 Dunque a un passo dall'ampio boulevard Stalin a 4 corsie, ed alberato con in mezzo dei giardini con piante e fiori.

In effetti come è noto Stalin era georgiano nato in questa cittadina. Gori fu semidistrutta da un terremoto nel 1920, e fu Stalin a impegnarsi per farla ricostruire con i connotati di una città moderna.
Entriamo nella banca Basis, che è ora di proprietà cinese (Hualing group), e cambiamo dei soldi.

All'uscita incontriamo per caso un taxista posteggiato in un vicolo laterale d'angolo, e faticosamente combiniamo per la prossima tappa, per andare a Kutaisi. L'accordo è frutto dell'intervento di varie signore, di numerose telefonate e controtelefonate, e della mediazione di uno che sa quattro parole in inglese. E' stata una esperienza divertente. Poi scioltosi il gruppetto di assistenti volonterosi e di curiosi di passaggio che si erano soffermati, andiamo al vicino museo storico-etnografico in via Kirion II.
                      


L'edificio del museo, fondato nel lontano 1935, è mezzo in restauro poiché è vecchio ed è stato trascurato. Ora sono visitabili solo le sale con le antichità, e una sala con oggetti del folklore locale. Ci sono reperti del regno della Colchide e di quello della Iveria, e dei periodi della regina Tamar e di David Narin. Collezioni di manoscritti medievali in georgiano, oggetti di metallo lavorato, sculture, dipinti, e molte foto storiche.
la regina Tamar



Ci sono manufatti del IV o III millennio a.C., e altri più numerosi del XXXIII o XXX secolo a.C.

oggetto d'oro di epoca romana
La ragazza che ci accompagna, ci fa da guida e illustra i reperti in inglese. E' stata brava nelle spiegazioni. Poi alla fine ci dice che è stata due giorni a Roma, e che se ne è innamorata e vorrebbe tanto ritornare in Italia.
A pranzo spendiamo 6 Lari....!

Poi ci incamminiamo verso il famoso museo su Joseph Stalin, che è lì vicino in Stalin avenue n. 32, museo di notevoli dimensioni, con ben 60 mila oggetti esposti... su due piani. Piuttosto pomposo.



Ma entrare nell'edificio principale costa 10 Lari a testa (circa 4€) e dunque rinunciamo, già che non eravamo interessati. In effetti come ricordavo più sopra, Stalin era georgiano, anche se fortemente assimilato alla cultura russa, ed è senz'altro il più famoso personaggio della Georgia, noto in tutto il mondo e presente in tutti i libri di storia del novecento. Nel negozietto vendono un librino con le sue poesie giovanili, foto storiche, gadgets vari, una T-shirt con lui quand'era studente rivoluzionario...



Quindi è comprensibile che in questa cittadina di campagna che è il suo luogo natale in cui passò tutta l'infanzia e compì gli studi nel locale seminario ortodosso, sia considerato un personaggio locale di grande importanza. Nel giardino attorno c'è il vagone ferroviario personale del dittatore sovietico,

col quale si recò ai grandi appuntamenti internazionali verso la fine della seconda guerra mondiale (qui chiamata la grande guerra patriottica), a Tehran in Iran, a Yalta in Crimea, e a Potsdam in Germania orientale, nei quali venne spartito il mondo tra le potenze vincitrici. Tra l'altro anche il braccio destro di Stalin, cioè Beria, era un georgiano (della regione dell'Abkhasia).

Uscendo ci soffermiamo nei giardini del vialone.



poi andiamo a cenare presto, al ristorante Chinebuli, dove prendo un Kharcho, cioè un brodo di manzo e verdure, che è pieno di erbe e spezie (purtroppo per me, con molto coriandolo) ed è una minestra densa e consistente, mentre Annalisa prende una trota, inoltre ordiniamo un piatto di grossi kinkhali al formaggio, molto buoni, da condividere.



Per finire, qui non ci sono né frutta né dolci. Totale 10 Lari...! (=€4).

Poi vediamo il vecchio hotel Intourist ancora funzionante (la "Intourist" era l'agenzia sovietica per il turismo internazionale). Edificio in stile mediorientaleggiante "moderno" anni Sessanta.
E in fondo ad una stradina perpendicolare al boulevard, intravediamo il bel castello medievale in cima ad una rocca.


Rientriamo in Pensione passando dalla cucina, dove c'è Mme Layla che ha appena fatto dei pandolci e ce ne offre un paio di fette, buoni. C'è anche la signora Flora, la padrona di casa, che ci fa raccontare che cosa abbiamo fatto, e Layla traduce;

appena sentito che abbiamo combinato con un tassista, fa subito una telefonata e ci fa avere un'auto con autista che ci porterà a Kutaisi per 10 Lari di meno (quindi a 30€). A questo punto entrano delle turiste, che sono delle due auto iraniane posteggiate qui fuori. Le signore cucinano da sé la cena per le loro famiglie che attendono in camera.
Tornati nella nostra stanza chiamiamo per Skype i figli e poi ri-usciamo per comprare delle bottiglie d'acqua e dei succhi di frutta da bere durante il viaggio in auto. Telefoniamo all'albergo di Kutaisi per confermare che arriveremo domani e che ci fermiamo due notti.
Ceniamo fuori molto bene e abbondantemente per 22 Lari (9 €uro).

Giovedì 7
Anche dietro la pensione si vedeva bene il castello, con sotto una scultura di cavalieri tipo quelli arturiani della tavola rotonda. Poco più in là della scultura si vede una colonna antica con iscrizioni.
Dunque consumiamo in cucina la colazione preparata dalla signora Flora, che l'aveva ricoperta con dei giornali per proteggerla dalle mosche. Buonissima, tutto di qualità: uova fresche dell'aia, pomodori dell'orto, burro genuino, e poi una insalata che noi diremmo alla greca con formaggio tipo feta, e dei tegolini larghi, ottimi.
Infine ci facciamo calorosi saluti. Restiamo un poco sul marciapiedi ad attendere l'auto, e intanto notiamo che dall'altro lato della stradina c'era una scuola di musica, e la docente e proprietaria, che è una soprano abbastanza nota, è anche su alcuni manifesti appesi al muro come candidata alle prossime elezioni amministrative fra due mesi.
Finalmente l'autista arriva e partiamo davvero.

(continua)

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